Santa giornata e Pace a tutti i Fratelli e sorelle di tutta l’Umanità, figli di Mamma Lucia.
Mi presento, sono Mattesini Antonello, ho 60 anni, sono infermiere ed abito a Policiano, piccolo paese alla periferia di Arezzo. Da tanti anni sono un figlio Devoto di Mamma Lucia e vado in pellegrinaggio nel Luogo Santo, che Dio Padre ha Benedetto, inviando sulla Terra MARIA, MAMMA LUCIA; faccio parte del Gruppo di Preghiera di Arezzo.
Vi racconto l’evento, oserei dire “Miracoloso”, capitatomi circa un mese fa, perché è mia intenzione implorare tutti i fratelli e sorelle del mondo intero, di venerarLa e supplicarLa, perché Lei è sempre pronta a venire in nostro soccorso, specialmente nei momenti più tristi e bui della vita.
Era il 2 febbraio 2019 di sabato pomeriggio, mi ero recato al Bar del Paese per prendere un caffè, infatti era mia intenzione di fermarmi un po’ con gli amici, per poi tornare a casa e riposarmi, prima di entrare in servizio per fare il turno di notte (sono un infermiere ospedaliero).
Mi ricordo di aver consumato il caffè, di essermi messo a sedere con gli amici, di essermi alzato per uscire, ma sono crollato a terra, colto da malore e privo di conoscenza. Ho riaperto gli occhi solo dopo diversi minuti, trovandomi davanti i soccorritori del 118, che mi chiedevano se mi ricordavo cosa era successo e come mi sentivo; si sono subito adoperati per i primi soccorsi e con l’ambulanza si sono diretti velocemente all’Ospedale di Arezzo.
Durante il tragitto il medico del 118 era in continuo contatto col reparto di cardiologia, per confrontarsi sul decorso; in Ospedale mi hanno velocemente portato all’ U.T.I.C. ( unità di terapia intensiva cardiologica) e da lì in Sala Emodinamica, per eseguire la coronografia in sedazione. Premetto che sono un paziente cardiopatico, avendo avuto un infarto nel 1994.
Al risveglio dall’anestesia i medici, alla presenza dei miei due figli e di mio fratello, mi hanno detto che la cicatrice dell’infarto del 1994 era richiusa, ma all’ingresso ospedaliero presentavo una forte tachicardia con 230 pulsazioni al minuto, pertanto mi avrebbero ricoverato per essere monitorato.
Lunedì 4 febbraio viene a farmi visita il Primario della Cardiologia dicendomi che il team dei medici del reparto aveva condiviso di impiantarmi un pacemaker per evitare recidive situazioni.
Vengo sottoposto a vari esami strumentali, che hanno evidenziato patologie a me sconosciute.
Lo svenimento e la caduta a terra mi avevano causato la parziale frattura di 3 vertebre ed una micro -incrinatura ad una costola; dagli accertamenti ecografici all’addome è emersa la presenza di un papilloma vescicale (piccolo tumore) da asportare al più presto, per scongiurare danni letali.
Il 6 febbraio mi viene impiantato il pacemaker, rimango ricoverato in terapia intensiva per alcuni giorni e il mio cuore e la mia anima erano sempre rivolti a Dio e a Maria, Mamma Lucia, che ringraziavo ed imploravo nella preghiera.
Il 9 febbraio vengo dimesso, perché le condizioni erano stabili.
Il 14 febbraio mi reco con mio fratello alla visita di controllo e il chirurgo, che mi aveva operato, mi chiede di mettermi a dorso nudo, ma …..la sua espressione era meravigliata e nel contempo turbata, diceva che non gli era mai successo una cosa simile e non si capacitava come era stato possibile, mentre osservava ora il mio petto, ora il mio polso destro.
Premetto che ho sempre portato al collo un Tau con vicino la Medaglietta di Mamma Lucia, ma il giorno del ricovero mi erano stati messi al polso destro, perché avrebbero potuto creare fastidio per gli esami da fare.
Vedendo la reazione del medico, alla fine ho chiesto il motivo di tanto stupore e lui, quasi in lacrime, mi disse di non riuscire a spiegarsi come nel petto, che nel decorso del ricovero e dell’operazione aveva visto bene che non c’era niente e che adesso era di colore scuro per l’ematoma post operatorio, si notasse al centro, in maniera nitida e chiara, la sagoma del TAU, che tenevo ancora al polso con vicino la medaglietta di Mamma Lucia, dal momento in cui lui stesso me l’aveva spostato. Avevo già capito che Mamma Lucia non mi aveva abbandonato mai e, pregandoLa con ancora più forza, iniziai a piangere dalla gioia. Mi feci il Segno della Croce e alla mia gioia si unì quella del medico, che alla fine si fece pure lui il Segno di Croce, ringraziando Dio Padre.
Ora sono in attesa di essere sottoposto all’intervento per l’asportazione del papilloma, ma fin da adesso so che Mamma Lucia, pregandoLa sempre e chiedendo il Suo aiuto, sarà ancora vicino a me.
Ora, per affrontare questi problemi, ho vicino i due figli ed un fratello, ma sono spesso solo, perché non abitano con me; i miei custodi sono volati in Cielo, accolti a Braccia aperte da Maria, Mamma Lucia, cui erano devoti e dal Padre nostro Dio; colei, che è stata la mia compagna per 38 anni, mi ha lasciato per andare a vivere con un’altra persona, ma ciò detto, so che non sono mai solo, come è stato durante l’intervento, perché la Presenza di Dio Padre e di Mamma Lucia si è dimostrata anche oggettivamente sul mio petto durante e dopo l’operazione stessa.
Fratelli e Sorelle, la mia testimonianza vuole implorarvi con tutto il cuore di pregare, di chiedere soccorso a DIO PADRE e a DIO MADRE, MAMMA LUCIA, perché LORO sono la POTENTE MEDICINA che cura tutti i malanni dello Spirito e del Corpo.
Il LORO AMORE è IMMENSO, a noi è dato solo credere ed avere la 5° parte di un granello di senape di FEDE, perché Grazie e Miracoli ci aiutino nel percorso della nostra esistenza.
Santa giornata e Pace a tutti.