Pace a tutti, mi chiamo Caterina e anch’io voglio scrivere la mia testimonianza. L’emozione è tanta perché tramite Mamma Lucia ho ricevuto molte Grazie, ma prima vorrei spiegare come sono arrivata a Lei. Nel 1970 conobbi il mio compagno eravamo ancora fidanzati quando cominciarono i suoi problemi, stava male e non si trovava la causa, dopo tanti accertamenti i medici riscontrarono e poi rimossero, una grossa cisti da echinococco al fegato. Sembrava andare tutto bene, l’intervento era perfettamente riuscito e il primario stesso si occupava scrupolosamente delle medicazioni attraverso un drenaggio. Dopo poche settimane, però, questi dovette assentarsi da Matera e fu un altro medico ad occuparsi delle medicazioni in questione. Il primario prima di partire istruì questo dottore spiegandogli la procedura da seguire ma questi, negligentemente, non la seguì alla lettera e al suo rientro, il primario con stupore, trovò il mio compagno quasi in fin di vita e fu costretto a rioperarlo, perché a causa del liquido non aspirato completamente dal drenaggio, aveva infezione dappertutto. Il suo ricovero in ospedale durò 6 mesi, fu dimesso il 16 luglio, giorno della Madonna del Carmelo alla quale ero molto devota. Dopo circa un anno ci sposammo, ma il mio compagno di tanto in tanto continuava a non sentirsi bene per cui, pensammo di consultare altri medici a Roma. Qui riscontrarono che un rene non funzionava più, non si riusciva a vedere chiaramente neanche dalle radiografie, ci dissero che l’unica cosa da fare, era intervenire chirurgicamente per capire meglio e se necessario asportare il rene, in modo da evitare conseguenze anche all’altro. La notizia ci sconvolse, eravamo molto giovani e l’esperienza precedente ci aveva segnato non poco, ma il mio compagno speranzoso si sottopose a questo grosso intervento e dopo quattro mesi e mezzo lo dimisero. L’anestesista presente all’intervento, quando ci salutò disse che in tanti anni di lavoro non aveva mai assistito a un intervento del genere, il rene asportato era in pratica tutto spappolato. Grazie al Padre si salvò per la seconda volta. Passarono dieci anni di vita normalissima, nella spensieratezza, dove il Padre ci Donò anche due figli. Nel 1984 però, cominciarono i dolori all’altro rene, si alterarono tutti i valori. Ritornammo a Roma dove, dopo tutti gli accertamenti, ci dissero che doveva essere nuovamente operato, ma prima con un piccolo intervento gli fu creata una fistola nel braccio perché, essendo monorene, doveva prepararsi alla dialisi alla quale si sottopose per due mesi. Arrivò il giorno dell’intervento, clinica privata con medici molto preparati io, dal canto mio, supplicavo la Madonna affinché si salvasse e non facesse più dialisi. Terminato l’intervento, il primario ci spiegò che il suo rene era stato colpito da un male raro, era ricoperto da una membrana che lo comprimeva e bloccava e che aveva cercato di liberare il rene il più possibile ma, arrivato all’uretere, si era dovuto fermare perché sanguinava molto. Io chiesi: ”Quindi professore?” lui con il capo chino, quasi sconfitto mi rispose: ” Dialisi, dialisi, dialisi” a quel punto replicai: ” Non è vero, la Madonna lo aiuterà!” e mi allontanai. Venne trasferito al Fatebenefratelli dove, per due mesi circa, continuò con terapie specifiche e dialisi. Fu dimesso con una terapia da seguire a base di forti dosi di cortisone e la sua situazione era continuamente tenuta sotto controllo, ogni settimana faceva gli accertamenti che venivano poi comunicati a Roma. In quei giorni confidando i miei problemi a un’amica lei mi parlò di Mamma Lucia e così decisi di prenotarmi per il pellegrinaggio. La sera prima di partire mi rivolsi all’Immagine del Cuor di Gesù dicendo: “Fa che questo viaggio sia giusto” e partii. Nel pullman si Pregava ed io mi sciolsi in lacrime nella Preghiera alla Mamma delle Grazie che non conoscevo.
Arrivati in Casa Santa, vidi Mamma per la prima volta e il Suo Sguardo mi colpì mentre Benediceva tutti i figli presenti e assenti. Arrivò il mio turno per entrare nella Casetta delle Grazie, mi inginocchiai davanti a Lei che mi salutò e mi chiese: “Figlia cosa vuoi da Mamma?” riuscii a dire solo “mio marito, i reni” poi un nodo alla gola non mi fece più parlare. Mamma, senza che io dicessi altro, mi spiegò che il mio compagno aveva un germe nel canale che lo portava fino al blocco e aggiunse: ”Figlia tu abbi Fede, per te mi inginocchierò davanti al Padre, d’ora in avanti c’è Mamma che penserà per lui. Vai figlia” mi salutò e quando io in piedi stavo per andare, continuò: ”Digli che ha pure l’artrosi cervicale” io mi fermai e Lei continuò: ”Vieni figlia ce l’hai anche tu” e con la Sua Mano Santa mi accarezzò la nuca e poi: ”Vai, vai figlia”. Per me non avevo chiesto niente, ma in verità io soffrivo molto di cervicale, tanto che portavo sempre un cappello di lana anche dentro casa.
Cari fratelli e sorelle di tutto il mondo tutto questo non è una favola, ma Verità. Sono passati più di trent’anni, ricordo ancora le parole del professore, che per il mio compagno non vedeva altra soluzione che la dialisi, ma ancor più chiare mi risuonano quelle della Mamma. Oggi il mio compagno conduce una vita normalissima non ha fatto più dialisi, non ha neanche più preso medicine per quei problemi e anch’io ho potuto togliere il cappellino di lana. Ringrazio il Padre per averci mandato la Sua Creatura, che tutto Dona chiedendo solo una briciolina di Fede e benedico il giorno in cui sono arrivata a Lei, perché per me è iniziato un Nuovo Cammino di Fede, di Preghiere, di Speranza, di Insegnamenti e Valori, che il Padre attraverso Mamma ha trasmesso, Guidandomi e Accompagnandomi nella vita e anche nell’educazione dei figli che ha voluto concedere a me e al mio compagno. Grazie Padre, Grazie Mamma anche per le altre tante Grazie ricevute in questi anni.