Mi chiamo Sensale Maria e faccio parte del gruppo di preghiera di Pompei. Era il 1985 quando per la prima volta andai da Mamma Lucia e misi i piedi in quella Terra Benedetta. Ho capito subito che mi trovavo di fronte ad una Creatura che viene da Dio, è da quel giorno che dentro di me è iniziato un profondo cambiamento. Ho iniziato a pregare, cosa che non facevo prima e ad Amare il Padre mio Buon Dio. Provavo una tale felicità in quel luogo che era sempre acceso in me il desiderio di tornarvi subito. Quando rientravo a casa , dopo il pellegrinaggio, mi sentivo piena d’Amore di Dio ed è così ancora oggi. La Mamma ci insegna Amore, Carità, Uguaglianza, Fratellanza e ad amarci gli uni e gli altri, soprattutto quando ci è difficile, come il Padre nostro ci Ama. Ho ricevuto tante Grazie, corporali e Spirituali, per intercessione della Mamma. Ho due figli che sono vivi grazie a Lei, grazie al Buon Dio. Il più piccolo, Alfonso, aveva circa due anni e mezzo quando, stando in piedi su una sedia, cadde a terra battendo la testa. Fu portato all’ospedale “ Mauro Scarlato “ di Scafati, dove, riscontrato un grave trauma cranico, fu trasferito d’urgenza all’ospedale “ Santobono “ di Napoli, dove è stato per pochi giorni. In autoambulanza vomitava sempre e si voleva addormentare e la dottoressa che mi accompagnava, ricordo che mi disse, con fermezza, di tenerlo sveglio. Ritornato a casa Alfonso, dopo alcuni giorni sono andata da Mamma Lucia che ci ha ricevuto nella Casetta delle Grazie. Quando mi sono inginocchia le prime parole di Mamma sono state: “ Ringrazia il Signore, perché il tuo bambino doveva morire, la Mamma te lo ha Graziato. “ A queste parole io piangevo tanto e la Mamma mi ribadì: “ figlia mia, tu davanti alle Grazie del Signore piangi? “ Il mio era un pianto di gioia, perché avevo capito tutto quello che la Mamma aveva fatto per me. Passò qualche anno che sempre Alfonso, si ficcò nel naso la ruota di una piccola macchinina. Lo portai da un otorino, il quale non riuscendo a toglierla, mi disse di portarlo all’ospedale “ Santobono “ di Napoli il giorno seguente. Il mattino dopo andammo a Napoli e lì i dottori non riuscendo neanche loro a togliere quel corpo estraneo dal naso del bambino, decisero che si doveva intervenire chirurgicamente, anche perché a forza di spingerlo non si intravedeva più. Mi rivolsi fortemente con la preghiera alla Mamma affinchè evitasse questo intervento chirurgico. La mattina quando si doveva operare gli comparve la febbre, per cui l’operazione fu rimandata e, grazie alla mia cara Mamma, dopo alcuni giorni la ruota della macchinina fu espulsa attraverso le feci.
Il primo figlio, Antonio, all’età di 15 anni ebbe un grave incidente con il motorino. Fu trasportato all’ospedale di Scafati e da li, viste le condizioni del ragazzo, decisero immediatamente il trasferimento all’ ospedale “ Cardarelli “ di Napoli. Arrivati al pronto soccorso, mentre era ancora sulla barella vomitò sangue ed era in uno stato di torpore. Un dottore di nostra conoscenza disse a mio marito che noi il primo Miracolo l’avevamo ricevuto all’ospedale di Scafati, perché avevano capito subito la gravità del caso. Una volta al reparto di neurochirurgia ci fecero mettere in una stanza d’osservazione e mi disse “ signora stia sveglia ed ogni tanto gli chieda il suo nome.”Così feci , ma in mattinata mi accorsi che non mi rispondeva più, inutilmente lo stimolai, non dava più nessun segno. Allora capii che l’ematoma stava comprimendo sul cervello. Arrivò il dottore e mi guardò in viso preoccupato, gli fecero una tac d’urgenza e, visto l’esito, lo prepararono subito per l’intervento. Guardai il ragazzo inerme sulla barella, invocai la Mamma e rivolgendomi al Signore dissi: “Padre mio io sono la sua custode, ma solo Tu sei il Padrone della sua vita.” Dopo tempo il neurochirurgo uscì dalla sala operatoria e mi disse :” Signora suo figlio ha fatto un incidente pari ad una caduta dal quarto piano”. Ma grazie all’intercessione della Mamma era vivo. Quando Antonio fu nel reparto, il neochirurgo lo visitò e ci disse che da un orecchio non avrebbe più sentito. Ma grazie sempre alla Mamma questo non è avvenuto. Grazie Mamma per il Tuo Santo aiuto, perché Antonio non solo ci sente bene, ma non ha avuto problemi neurologici e ne crisi epilettiche come ci aveva detto il dottore. Dopo alcuni giorni siamo andati in pellegrinaggio e la Mamma ci ricevette. Ad Antonio che portava un mazzo di fiori disse: “ Grazie, hai portato i fiori al Signore. “ Invece, quando entrai io, mi disse: “ Figlia mia hai avuto il Miracolo più grande del mondo“. Grazie ancora Mamma.
Era il 10 maggio del 2000 quando mi sono ricoverata nella clinica “ Villa Stabia “ di Castellammare di Stabia, perché mi dovevo operare di fibroma all’utero. L’intervento venne programmato per il giorno 12 maggio 2000. Due giorni dopo l’operazione mia sorella mi scoprì un po’ le bende per vedere la ferita, alla vista rimase senza parole e molto preoccupata, in quanto la mia pancia era piena di ematomi. Ebbi la febbre per diversi giorni ed i dottori mi mantennero la ferita aperta per fare drenare tutto il liquido infetto. Col passare dei giorni ero diventata cadaverica ed a stento stavo in piedi. Il 24 maggio sono tornata a casa, la sera avevo ancora un po’ di febbre ed ogni paio di giorni andavo in clinica a fare le medicazioni. Grazie alla Mamma, piano, piano, sono guarita. Il giorno che siamo andati da Mamma Lucia nella Casetta delle Grazie la Mamma mi ha detto: “ Hai avuto un embolia, ma la Mamma tutte le mattine veniva a medicarti prima che arrivassero i dottori“. A quelle parole mi sono ricordata che la mattina, quando ero in ospedale, mi trovavo la ferita come se qualcuno me l’avesse premuta. Grazie ancora Mamma.
Oggi stiamo tutti bene. Antonio ha 34 anni ed Alfonso 31, sono diplomati ed hanno un lavoro discreto. Faccio testimonianza a tutti che la Mamma non chiede niente a nessuno, la Sua gioia è solo quella di portarci al Cuore del Padre con un grande Pentimento. Concludo, dicendo che, in poche righe, non si può esprimere ciò che sono le Grandezze di Mamma. Ringrazio il Buon Dio di averci dato la Mamma, questo Dono così grande e noi con i nostri peccati l’abbiamo consumata. Vi abbraccio fraternamente.