Pace a tutti i fratelli e lettori.
Sono Vita Fabrizio di Matera e vorrei raccontarvi ancora di Mamma Lucia.
Era il 1987 e da qualche tempo accusavo uno strano malessere: fin dal mattino avvertivo un senso di spossatezza e sonnolenza, tanto che spesso ero costretta a ritornare a letto qualche ora dopo il risveglio; avevo costantemente la bocca dolce come se ci fosse lo zucchero. Il mio medico curante non riusciva a comprendermi: mi aveva prescritto una serie di accertamenti ma tutti con esito negativo. Mi recai da Mamma Lucia e appena entrata nella Casetta delle Grazie mi chiese:” Figlia, come stai?” io risposi che facevo fatica a stare in piedi ma Lei mi rassicurò dicendomi:”No, stai bene. Vai, ci pensa Mamma”.
Dopo un paio di giorni mi accorsi che in viso avevo un colorito giallastro; mi recai nuovamente dal medico e dopo qualche insistenza perché mi desse ascolto constatò che il mio era un “ittero sfacciato”. Giunta al reparto infettivo dell’ospedale della mia città per una visita si stupivano perché, stranamente per le mie condizioni, non avevo la bocca amara e neanche dalle mie feci risultavano anomalie. Poiché la sera sarei dovuta partire per Mamma Lucia, preoccupata del rischio di contagio per gli altri pellegrini, telefonai a Casa Santa e sentii dall’altro capo del telefono la Voce di Mamma che diceva:”Figlia, Mamma ti curava senza dirti niente, ma ora che l’hai scoperto vai in ospedale ché ti starò vicina. Ti diranno che è epatite ma tu hai avuto un travaso di bile”.
Giunta in ospedale, vedendo dalla mia stanza in cielo il volto di Gesù e di Mamma, mi rassicurai.
Il mattino seguente, molto presto, mentre canticchiavo nella mente un motivetto della canzone di Mamma “diccelo diccelo Tu chi Sei”, La vidi aprire una finestra sul mio letto, scendere sul comodino e da lì poggiarsi su di me per massaggiarmi nella zona del fegato. Poi scomparve.
Infine i dottori , come Mamma mi aveva predetto, mi diagnosticarono un’epatite e io, vedendo che mi curavano con flebo di glucosio, compresi che quello zucchero che prima avvertivo in bocca era la cura che Lei mi dava a mia insaputa.
Conosco Mamma ormai da trentuno anni e non potrei immaginare la mia vita senza di Lei e il Suo sostegno.
Grazie Mamma per tutto il bene che ci vuoi.
Sorella grazie per la tua testimonianza io conosco Mamma da quando ero piccolissima, nella tua testimonianza ho letto della canzone di Mamma: dimmelo dimmelo Tu chi Sei; mi sono molto emozionata perché quando ero piccola la cantavo sempre, ti abbraccio Emanuela da Roma❤️